Tuttavia. Possiamo osservare ostilità, senza aguzzare la vista, senza stimolare l’occhio. Possiamo stampare il nostro reciproco rispetto, unico compenso di un esemplare stile di vita, su fogli scritti con inchiostro simpatico. Per ora, possiamo produrre un documento che stabilisca i titoli d’umanità necessari a dichiararsi membri effettivi del club questomondo. Nessun marziano ci invidierà, non di certo Astolfo: per quanto il ramo dell’invidia sia sempre piuttosto fiorente. Tuttavia, qualcosa cambierà. Domani sarò un uomo serio, si dice: i buoni costumi saranno miei, tutti quanti. Perciò, fino a ieri, l’onestà era una distrazione, una specie di partita a carte tra amici. Mancano moralisti all’altezza della situazione, abbiamo solo morigerati vaghi e indecisi. Ahi. Non dico: vengano gli integralisti dell’etica, ma neppure i suoi fossili. Forse. Un anomalo stordimento mi tiene sospeso tra forse e tuttavia. Morale addio. Mondo addio. Parola addio. Farò a meno di me stesso, con l’eccezione dei casi indispensabili. Vivrò per le urgenze. Già mi vedo, urge ogni cosa. Se sia uno stato di perenne tormento oppure una beatitudine, non lo so dire. Non devo punto sapere tutto! Arrangio, accomodo lo sdegno, discendo rapido nella mia attuale condizione, come si correrebbe giù dal monte Calvario se vi fosse un ritorno. Ecco, di nuovo, l’evidente allusione ad un rito, l’ossessione del sacro. Morire, ridere e bestemmiare. Fati avversi e incatenati. Ma dal Calvario si scende e sul Calvario si passeggia, a parte i dementi esercizi della via crucis, segno di una misurata follia che si tramanda intatta: ma non mi appartiene, sono un matto che ha investito le sue rotelle in una concezione problematica del tempo e dello spazio, un mentecatto sui generis. Altra razza di forsennato, di una follia più metodica. Forse. Le mie previsioni saranno smentite, una per una, dai fatti. E’ per questo preciso motivo che detesto i fatti instabili, i fatti che non sono ancora accaduti. Sono un antenato, ma è impossibile sapere di chi o di chi cosa. Certo, di un mondo, ma quale? Come antenato sono impotente; sono un giovane babbuino che la collettività collocherà in una gabbia socialmente benvista. Sono l’installazione di un uomo nelle fortezze della virtù e della castità verso cui, inevitabilmente, ci avviamo: data l’importanza dei modelli e delle definizioni, e visto che nel nuovo mondo la corruzione sarà abrogata per legge. Forse, con qualche dubbio. Vado lì. Come un eroe. Come un cretino.
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