Quando mi accorsi della mia bambinesca vanità mi impegnai per essere salottiero, perché non c'è centimetro di mondo in cui un adulto piuttosto puerile non sia circondato da infiniti Peter Pan da cui attendersi indulgenza, compassione e stupida complicità. Ero doppio: ero a mia volta un Peter Pan affettato che di giorno si concedeva ai passatempi di società, e un letterato in posa che di notte si concentrava sulla biancheria intima. Nello stile impuro e sartriano che amo, si potrebbe credere che avessi spinto l'irresponsabilità fino alla sua perfezione. In realtà -almeno fino ad un certo punto- non ho avuto alcuna seria occasione per mettere alla prova la mia cara libertà, i doveri dell'angoscia, lo stile di vita, i patimenti notturni: mescolavo tutto e ne facevo un sentimento unico, che veniva fuori come poteva, cioè in modo incomprensibile. Qui finisce l'autoanalisi, il pane degli animi addolorati e ricchi. Sono sopravvissuto senza bisogno di dover dire che ho scelto questo e quello, che ho scelto tutto, consapevole in ogni istante, tutto coscienza e dirittura morale. Anzi, sono quasi sempre amorale, perché non posso permettermi di brandire l'etica per tutti i casi a cui si applica il pensiero di un uomo vivo; per la maggior parte di quei casi un'etichetta è più che sufficiente: buono, cattivo, bello, brutto non sono semplicemente giudizi di valore ma sono anche le stimmate di un gusto che rivendica il diritto di non perdere tempo a cercare valori dove non ce ne sono. Sto solo facendo qualche affermazione sulla serietà intellettuale, consapevole di non aver bisogno di immergermi in un lago di sterco per capire di non essere anfibio. Non ho un'eternità davanti ed una alle spalle e già solo un decente stile di vita, con un paio di scelte fondamentali, richiede il sacrificio delle famose domande di troppo sulle questioni irrilevanti (con la possibilità che alcune non siano irrilevanti, certo). Poi, serietà a parte, si tratta di una questione personale e non di un calcolo su come impiegare il tempo di una vita-modello. A furia di ripetere questi bei mottetti sull'esistenza qualcuno li prenderà per catechismo e, dopo averli deturpati, ne farà ciò che preferisce (probabilmente ne farà l'esatto contrario): ma in quel caso avrà tutta la responsabilità. Meglio che non mi preoccupi: ricordo di avere letto di troppi filosofi e letterati che, dopo aver speso una vita a concionare nella pubblica piazza della virtù, sono finiti vittime di un Bignami.
L'importante è avere una ragione per (e da) scegliere.
Le biografie sono quasi sempre false.
I Bignami hanno il pregio di ridurre le falsità al loro livello. Quasi pari allo zero.
Posted by: francesco | January 13, 2006 at 03:14 PM
Anche la mia è falsa, ne ho almeno tre versioni diverse, Francesco *comunemente dette @diari@(. Queste note sono, oltre che vecchie, piuttosto @vere@.
Sono d-accordo su una cosa> che l-importante sia di avere una ragione da scegliere.
Posted by: ivan roquentin | January 13, 2006 at 03:22 PM
Preso atto di quel che hai, qui, scritto.
Posted by: Simone | January 15, 2006 at 07:48 AM
Bene, Simone, adesso provo a rifare tutto il blog perché non posso continuare con il copia incolla dal typepad!
Posted by: ivan roquentin | January 15, 2006 at 12:26 PM