(...scrissi un giorno a Stefano,più di un anno fa)
In una versione più letteraria:
Considerato
che tutte le battaglie durano poco, questa guerra consiste essenzialmente in un'attesa
che spendiamo a preparare, con dovizia di fiori, il letto per i nostri cari e i
nostri cari per il letto. Gli uomini non ci commuovono più; proteggiamo
soprattutto i bambini, per farli morire da soldati tra qualche anno, e le
donne, per continuare a concepire quei beni preziosi da proteggere che,
ingrassati a questa scuola, potranno morire da soldati. La libertà, la
polemica, un sano dissenso: sono abusi della ragione, e i nostri figli non sono
una specie ragionevole. Loro non vivono e non muoiono, vanno ad appuntamenti.
Non sono molto d'accordo sul resto, invece, tutto qui, tutto già detto:
Si scriva tutto, come si vuole. Bisogna correre dei rischi, bisogna prendere la realtà per la strozza, e rischiare di soffocarla. Bisogna corrispondere con grandi parole ad una realtà mediocre, bisogna darle ciò che si merita: e qualcosa di più. La letteratura ha bisogno di difetti e di fragili illusioni, e di mani bugiarde per realizzare l’opera. Io ci sono. La verità, invece, non c’è e non c’è mai stata: la verità si incassa, ed il banchiere paga in parole, e paga tutti: in quanto banchiere, gli è negata l’onestà. Un universo d’infami ci aspetta, ma concedete il tempo di sporcarci le mani. Non temete, stiamo arrivando. Siamo i Nuovi Osceni, i lerci del ventunesimo secolo, quelli che racconteranno tutto, paurosi e nascosti, ma nobili e intrepidi per la luce della storia. Chi verrà, vedrà qualcosa che non c’è mai stato. Sorpresi? E perché, siete mai stati qualcosa?
La distinzione tra realtà e irrealtà, quando gli oggetti si fanno parole, presume ancora che si possa realizzare una copia infedele del mondo, e che da qualche parte vi sia un mondo autentico. Si ode chi dice: altrove si vive, nei fatti. E qui, nei racconti, si fa forse il verso? “Addio”, il verso dell’uomo: quanta paura in una sola parola. Se esistessero solo due diamanti (prima di possedere il criterio di purezza), come si potrebbe dire quale dei due fosse falso? Sarebbero, forse, lievemente diversi: per convenzione si ammetterebbe che uno dei due valga più dell’altro. Identica è la condizione della letteratura al confronto con il mondo, e il redde rationem della sincerità vale solo per i cretini. Si scriva tutto, come si vuole. Si rappresenti dio come un barbaro assassino che proviene dalle profondità intestinali, come una logica premessa dell’anima. Lo si uccida, poco importa con quanto accanimento; si ritocchi il suo cadavere, trasformandolo in pregiudizio: la sua natura si rivela, affrancata dai simboli, come vitale menzogna. Chi la può vedere, chi la può sfiorare? E’ sotto gli occhi di tutti, è nelle nostre mani. Si scriva che siamo impostori, contaballe creativi. Gli Audaci, gli Osceni. Abbiamo provato ogni maschera contro il tempo, e perciò si aggiunga che siamo angosciati: era inevitabile. La nostra rivoluzione sarà di vivere liberi e provare a scriverne: e di morire così come muoiono tutti, da dimenticati. Non è facile dire dove stiano esattamente i legacci, né di che qualità siano. Abbiamo fatto tutto da soli. Ascoltate le parole di un prete: chi lo costringe ad esprimersi con una flemma automatica, qualunque sia il caso di dio a cui stia applicando il sermone? E’ naturale, poi, che il prete chiami “dio” colui che il resto del mondo chiama “psichiatra”, ovvero il responsabile della sua paranoia. La quiete del prete indica che tutta la vita è tirocinio, e che lui stesso è sotto osservazione. Trotta beato e stolido incontro al nulla. Non sarà mai deluso, non sarà mai cosciente. Come si pone di fronte all’illusione? Si genuflette e resta abbacinato. Ma se gli occhi resistono, brucia l’illusione: eccoci: si scriva tutto, come si vuole, per abituare gli occhi.
si Ivan sono seria.
ma mischio con l'ilarità per non spaventare troppo.
Posted by: magda | November 08, 2005 at 07:01 PM
Magda, non intendevo chiedere: "sei una persona seria?"
Intendevo chiedere su una tua certa affermazione fosse seria. Ti sembrerà strano ma l'ho sentita altre volte: non conoscendoti, mi informavo.
Posted by: Ivan Roquentin | November 08, 2005 at 07:13 PM
Magda, non intendevo chiedere: "sei una persona seria?"
Intendevo chiedere su una tua certa affermazione fosse seria. Ti sembrerà strano ma l'ho sentita altre volte: non conoscendoti, mi informavo.
Posted by: Ivan Roquentin | November 08, 2005 at 07:15 PM
Ti ho risposto da Babsi.
Scusa, mi ero ormai dimenticato di aver commentato da lei e non ci ero più tornato per controllare.
Le risposte di Babsi mi piacciono sempre meno, populiste e ricorrenti quali sono, cosa che lei è talmente poco da farmi credere che semplicemente non sia in lei quando parla di Pier Paolo Pasolini (il che è bello, denota sensibilità).
Mi spiace che si sia innescata polemica.
In assoluto il mio pensiero è quello che ha espresso Broono sul blog di Zu. Mi dispiace soprattutto perché l'arte andrebbe commentata e chiacchierata, quasi mai urlata in piazza in un microfono a trenta anni dalla scomparsa dell'artista.
Sono invece contento perché a margine di questa minima battaglia dialettica sono giunto al tuo blog che mi pare - come spesso accade - fonte interessantissima e piacevole lettura. La continuerò.
A presto.
[Ste]
Posted by: Noantri | November 09, 2005 at 12:20 AM
Stefano, per cortesia, se hai qualcosa da dire a me la dici a me, sul mio blog. Hai scambiato Internet per un parrucchiere? Quanto a questioni su Pasolini, ti ho già risposto: c'è un punto oltre il quale parlarne è noioso: l'iniziativa l'hanno capita tutti tranne te, sei il Metitieri della situazione, rassegnati. Tu credi che io non capisca il Tuo Sacro Artista Pasolini? Restane convinto. E campaci a lungo, con questa certezza. La battaglia dialettica te la sei inventata di sana pianta, l'hai combattuta da solo come i ragazzini coi soldatini di piombo, nessuno ti ha cercato né interpellato, e la polemica l'hai montata tu perché stai facendo tutto il possibile per farti notare: guarda che in rete ci stiamo tutti da abbastanza tempo per distinguere un commentatore da un flamer. Non sei il primo che ci tenta, e non sarai l'ultimo. Se ti va bene, magari pubblichi con un Grosso Editore: se hai talento e perseveranza e fortuna. Se no, dopo un po' ti stuferai di rimbalzare da un weblog all'altro a sollevare polemiche inesistenti. Io ti auguro tutta la fortuna possibile, come a tutti.
Posted by: Babsi | November 09, 2005 at 02:23 AM
Credimi, Babsi, flamer no.
Sarebbe come accusarmi di nazi-fascismo.
«Io la odio, questa gente», come disse Indiana Jones alla professoressa Elsa in quel dell'Ultima Crociata.
Per il resto sì: internet è un enorme parrucchiere. Non l'ho scambiato per tale. E' tale. Zu non si è forse messo a insultarmi sul SUO blog per un commento che io avevo lasciato sul TUO? E tu non hai fatto altrettanto sul SUO per un commento che io avevo lasciato sul TUO?
Sono felice che ci sia gente che ami Pasolini. Sono felice che voi abbiate fatto quello che avete fatto: se ne avrò occasione parteciperò alla manifestazione che si terrà per il trentunesimo anno della morte di Pier Paolo. Perché si terrà, vero?
[Ste]
Posted by: Noantri | November 09, 2005 at 03:16 PM
Premessa: le mie domande sono serie, indipendentemente dal tono.
Stefano: "Le risposte di Babsi mi piacciono sempre meno, populiste e ricorrenti quali sono, cosa che lei è talmente poco da farmi credere che semplicemente non sia in lei quando parla di Pier Paolo Pasolini (il che è bello, denota sensibilità)"
No, secondo me è in lei. Se intendi populismo in senso stretto Babsi, io Strelnik, Arsenio e altri saremmo felici di essere populisti (almeno credo, adesso chiedo), se lo intendi nell'accezione negativa commetti un grossolano errore di valutazione. Ci sono molti malintesi riguardo il populismo, e un pregiudizio: che esser populisti implichi una diminutio. Populisti erano gli intellettuali al servizio del popolo (esattamente come Pasolini), nella Russia prerivoluzionaria e altrove, quando intellettuale e popolo erano ancora due termini poco abusati e non ancora carichi di incomprensioni.
Io non sono davvero d'accordo con te: prima ancora per le idee che esprimi, per le conseguenze delle idee stesse: un tono pacato non è sempre la scelta migliore (e tu predichi, implicitamente o esplicitamente, una moderazione ambigua). L'urlo, soprattutto se contrario alla buona educazione, alla comune decenza, che sono stracci per timorosi imbecilli (così come la bestemmia in un altro contesto), ha un valore molto più alto della pacata argomentazione. Nessuno ha incoraggiato crapule per la ricorrenza, ti faccio notare.
Spiegami, sono curioso, e non ho capito troppo.
In rif. al rimbalzare delle polemiche da un blog all'altro, non si tratta dell'effetto parrucchiere, ma di semplice "efficacia della rete", che è uno strumento di comunicazione con delle ben precise caratteristiche, mi pare.
Posted by: Ivan Roquentin | November 09, 2005 at 03:33 PM
Mi dispiace soprattutto "sporcare" di off topic questo tuo post che non aveva colpe.
Ad ogni modo, dai, voglio essere breve ché qui stanno annoiandosi un po' tutti tranne noi, mi pare di capire. Non ritengo Babsi populista, se non altro perché non la conosco e perché seguo il suo blog da un po' di tempo senza averci MAI letto nulla di populista uscire da sotto i suoi polpastrelli. Ho letto del populismo (cerchiobottismo, arruffa-popolismo, qualunquismo - questo intendo) in queste sue ultime risposte e basta così. E' una persona più adulta di me, più esperta di me, più acculturata di me, più professionale di me: non lo dico coi toni bassi o alti, non sto vestendo la mia mano di un guanto bianco mentre meno schiaffi. E' un pensiero come un altro, come quello che dice che duepiùdue fa quattro. Sono pronto a lasciare le mie impronte digitali: è quanto penso. Fine. O via: che dir si voglia.
Non nutro simpatie per le ricorrenze di cifre tonde. E' solo questo: mi fa rabbia pensare a quanta gloria abbia sparpagliato la morte negli anni. Fa risaltare l'ignoranza del nostro popoletto, la morte. Diventano tutti "i più grandi", in morte, tutti "degli incredibili umoristi", "uomini di straordinaria intelligenza", "formidabili prototipi umani", mentre in vita erano un nome e cognome residente in via tal dei tali trentatré. Ma ha ragione Broono quando dice: da qualche parte bisogna pure iniziare.
A volte me lo dimentico.
Forse dovrei leggere più libri di Pasolini.
O forse non avrei dovuto leggere il suo "testamento", quello dove parla della solitudine. E' lì che - a mio modo di vedere - sputa idealmente su quanto è stato fatto per lui nel triste trentennale, anziché incensarlo.
Non sono un flamer.
Non sono niente.
Uno di 25 anni che ama scrivere come gli altri uomini amano le donne e le altre cose.
[Ste]
Posted by: Noantri | November 09, 2005 at 04:04 PM
Ste',
m'intrometto nella discussione anche perché citato - non in giudizio, eh.. - da Ivan a proposito del lato populista del flash-mob per PPP.
Ti dico solo - devi solo avere la pazienza di credermi - come è nata l'iniziativa.
Con arsenio bravuomo s'è parlato e riflettuto tante volte su Pier Paolo Pasolini, sia di persona che in rete.
Quest'idea era nata indipendentemente dall'anniversario*: in questo post dell'arsenio del marzo appena trascorso t'accorgerai del fatto che era un impeto sincero, nato sull'onda da uno slancio di furore civico che proponeva di ricordare gli scritti corsari proprio per evidenziarne il coraggio e sua quasi totale mancanza nelle file degl'intelletuali d'oggi.
Ti metto, il link così t'accerti che non ti mento.
http://www.bravuomo.it/2005/03/23/er-banana-indagato/
E non vorrei mentirti nemmeno nel ricordarti che il flash-mob mendicava solo un posticino da epifania individuale, non pretendeva e non poteva avere le grandi masse, non voleva stampare cappellini marchiati PPP, te lo giuro.
Chi ha aderito si è trovato di fronte o accanto o in mezzo a delle persone con cui ha letto insieme un libro in pubblico.
Un libro che parlava della storia d'Italia appena passata eppure così dura da far passare, dal sessantotto alle prime "Stragi di stato" - si scherza, marescia', eh?
L'ha fatto sapendo che sarebbe durata dieci minuti - il tempo d'una leggerissima e umile epifania - per poi tornarsene a casa sapendo un po' di più su PPP o con la voglia di saperne di più. Non voleva essere fenomeno.
Ai primi d'ottobre arsenio ha poi visto un programma di Lucarelli su Raitre e questa cosa è rivenuta a galla: ha scritto il post mi ha mandato una mail e ci siamo sentiti subito, per ichat o telefono.
Io son stato contentissimo che avesse avuto questa idea perché il vecchio proposito poteva realizzarsi.
Il giorno dopo ci siamo dati da fare per diffondere via mail, telefono e blog il tutto e son stato ancor più contento quando ho visto le persone che aderivano.
Avrebbero comunque fatto qualcosa; è vero, sempre in dieci minuti e senza merchandising, ma sperando di lanciare buoni segnali.
E avrebbero contribuito orizzontalmente, senza gerarchie perché invitate a inventare e gestire il proprio tipo d'iniziativa, a deciderne il luogo e l'ora.
A Pasolini, almeno come organizzazione del lavoro intellettuale sarebbe piaciuto il sistema del condividere e scrivere in un wiki.
Ultima: il commento di Broono da Zu è da sottoscrivere dall'inizio alla fine: leggendolo ho avuto la conferma che, facendo il PPP flash-mob, avrei trovato altre persone che la pensavano così. Come me.
Mi fermo qui che se vado avanti rischio di diventare populista ;)
Strelnik
*questa paura delle "cifre tonde" è facilmente strumentalizzabile da quei politici che non hanno mai festeggiato un 25 aprile nemmeno da presidente del consiglio.
Posted by: strelnik | November 09, 2005 at 05:21 PM
Ste, per punti:
1. Io vorrei che Internet *non* fosse un parrucchiere. Ho l'abitudine di scrivere cose dal mio modesto blog, e non mi sento *mai* felice quando vengo tirata in ballo nei commenti altrove, indipendentemente dalle ragioni per cui accade. Il rischio è un off-topic perpetuo, a cui pochissimi hanno il tempo di dedicarsi.
2. Faccenda Pasolini. Io ritengo che gli anniversari siano importanti: dal 25 aprile al 24 marzo, dall'assassinio Pasolini all'11 settembre. Sono "occasioni", rese dei conti e bilanci; sono giorni nevralgici in cui riproporre domande che alcuni si pongono più di frequente. Ritengo sano e costruttivo che ci siano. Io mi occupo e mi sono occupata a lungo di Balcani; al 24 marzo rivolgo pensieri quotidiani, ché è mio compito interrogarmi e documentarmi. Questo non significa ch'io debba stigmatizzare chi menziona il 24 marzo solo nella settimana cruciale: è comunque bene che se ne parli. Ho un approccio assai pragmatico e realista: anch'io preferirei che dell'omicidio Alpi si parlasse ogni settimana in prima serata su RaiUno, ma sono vecchia abbastanza per sapere che già *una* serata all'anno a mezzanotte su RaiTre è un lusso. Si lavora con quello che si ha, ci si sforza di fare di più. Beckett (che io preferisco di gran lunga a Pasolini:) direbbe: cerchiamo di fallire meglio. E' la mia microfilosofia. Di Pasolini ho detto e ho voluto dire solo quel che mi preme: è stato un omicidio politico, è bene che se ne riparli e che ci si interroghi. Del resto, se cerchi su Roquentin.net ti accorgerai che avevo scritto alcune cose in merito in altre occasioni, fuor di anniversario. E con tutto che - detto senza peli sulla lingua - non amo molto l'opera di Pasolini. Parlarne ha un valore - per me - unicamente politico, ché la critica letteraria (Pasolini vs. Calvino e altre amenità) la lascio sempre ad altri. Infine: avendo qualcosa da dire, anche in tono di dissenso, avresti fatto bene a scrivere un post sull'argomento e segnalarlo. L'avrei letto e linkato, com'è mia abitudine. E concludo, ché mi sto annoiando da sola: ti invito a riflettere su una questione assai triviale, ma concreta. Se avessimo organizzato download di .mp3 in rete e flashmob vari il 27 luglio o il 13 maggio, credi che avremmo ottenuto visibilità? La risposta è banale, ed è no. Ora, la letteratura, l'arte, la comunicazione - per me - sono "da diffondere": quanti più leggeranno, ascolteranno, vedranno, tanto meglio. Che poi se ne faccia "strumento" per vendere gadget è un rischio che si corre sempre, da Guevara ai target per Belgrado, da Hiroshima ad Allende. E' un rischio ben noto, e si può calcolare, valutare. Calcolare e valutare, però, non significa trincerarsi dietro uno sdegnoso gusto, per me, e chiamarsi fuori. Chiamarsi fuori equivale solo e sempre perdere un'occasione. Se devo fare un bilancio di questo "anniversario-Pasolini", non vado in positivo: troppo spazio all'uomo e all'artista, troppo poco alla gravità politica di quel che accadde. Me lo aspettavo? Sì. Lo rifarei? Sì. Lo rifarò? Certo. Per quel pochissimo, quasi niente, che posso fare.
Archiviato? Pfui, che faticaccia. I populisti fanno molta meno fatica di così.
Posted by: Babsi | November 09, 2005 at 09:36 PM
Babsi, Roquentin: già altrove ho ammesso (capito, intuito) d'aver agito con ruggente impulsività. Non è un alibi, non lo cerco né l'avrei trovato comunque. Ha ragione Beckett, Babsi e hai ragione tu quando dici di preferire certa produzione a quella pasoliniana. Vale anche per me. Forse preferisco Calvino a Pasolini, ma ho letto ancora poco di quest'ultimo per farmi un'opinione. Sicuramente lo preferisco come scrittore che come regista, ma questa è un'opinione destinata a cambiare abito, come tante altre cose della vita. Sicuramente preferisco Busi, seppure tanto diversi. Diversissimi, se non fosse per la nazionalità.
Impulsività, dunque.
Soffro (o godo) spesso di impulsività: l'istinto iniziale è stato di feroce indignazione. Resta dentro di me una scarsa comprensione di questi fenomeni e una certa antipatia verso suddetti fenomeno proposti e promossi tramite blog, da blogger.
Ho scoperto, però, in questi giorni - sta qui l'impulsività - una ragion d'essere dietro questi blogger che metteva le radici assai prima del tanto protestato trentennale. Ho riscontrato passione, approfondimento e non solo voglia di linkarsi, autoreferenziarsi e parlarsi addosso.
Sull'accusa di populismo: ripeto, mi riferivo a certe tue risposte, Babsi (ho fatto questo e mi sono privata di quello per aderire al flash mob): certe cose, quando le vedo scritte, mi sembrano più gravi di quando sono dette. Forse perché stanno lì, inermi e le puoi guardare dormire. Altre risposte, di altre persone che qui non sono intervenute mi sono piaciute ancora meno, ma questo è un discorso che non s'ha da fare. Non qui. Non più.
E' vero: meglio di niente.
E' vero: da qualche parte bisogna cominciare.
E un'ultima precisazione: io non nutro mai disistima verso le persone che aderiscono a qualcosa (in questo caso il flash mob). Al massimo nutro disistima verso quel qualcosa stesso (nel caso nostro, il flash mob). Non ce l'ho mai avuta direttamente con voi (cazzo, chi vi conosce!); la mia speranza di perdono da parte di Pier Paolo permane perché permane una vaga convinzione che il suo essere solitarista (si può dire?) e riflessivo, lo avrebbe portato a trincerarsi, più che a radunarsi. Ma questa è fuffa, nomenclatura.
Faticaccia, è vero.
Un populista non fa tanta fatica, vero pure questo. E neanche un flamer, cazzarola (m'è bruciata, questa).
[Ste]
Posted by: Noantri | November 09, 2005 at 09:54 PM
La mia passione del momento, Bernard.
Posted by: Simone | November 09, 2005 at 10:32 PM
OT: Thomas Bernhard?
Noantri, ti rispondo appena ho un attimo libero
Posted by: Ivan Roquentin | November 10, 2005 at 12:51 AM
Si,Thomas.
Non trovi sia fra i più coinvolgenti autori?
Non ti pare abbia un modo di raccontare che ascolti fino a che non sei tu a darti una tregua?
Con lui non mi sento mai solo e non perchè mi dimentico della mia solitudine leggendo.
Tu sei qui e lo ascolti, non sei nel libro, sei dove sei e lui parla.
Deve essere stato un uomo molto silenzioso, penso.
Posted by: Simone | November 10, 2005 at 03:10 PM
OT2
E' uno dei miei autori preferiti da quando avevo 14 o 15 anni: lessi la pagina centrale di Repubblica, dedicata a T.B., appena morto, e comprai "il nipote di Wittgenstein", o "a colpi d'ascia", non ricordo più.
Ti rispongo con un post su T.B. (gli arretrati si accumulano...)
Posted by: Ivan Roquentin | November 10, 2005 at 06:17 PM
Ste, solo una cosa; mi fa sentire "vecchia" come spesso mi accade, ma la dico lo stesso, anche per esorcizzare: quando saranno passati 5 anni di "blogger e blogosfera" (ormai mi sono rassegnata a usare questi non-lemmi, ho ceduto le armi, ho capitolato:), 5 anni che in rete sono infinitamente lunghi, capirai che ci vuole tempo per distinguere il buono dal non-buono. Che tanti si leggono e si conoscono da tempi preistorici, che tante cose sono già successe, già state discusse, e ci vuole un po' a metabolizzarle e capire chi è chi, anche sbagliando come spesso è accaduto a me. Per dire: ti ho menzionato mio padre perché è la verità, è la prima cosa che ho pensato come *reazione*. Di fatto tu non l'hai capito, ed è giusto: non mi conosci. Molti che mi leggono da anni l'hanno inteso nel senso giusto: quello più umano, dello sfinimento. Come dire "e basta!" :-) Davvero, il "tempo reale" è una maledizione affascinante. Lo faccio rarissimamente: metto un mio link perché di questa faccenda ho già scritto, e mi sembra d'aver detto tutto allora. Chiedo venia per l'autolinkaggio, mi si giustifichi: sono *fisicamente distrutta*. Il link è questo:
http://babsijones.typepad.com/babsi/2005/05/io_parlavo_di_b.html
Posted by: Babsi | November 11, 2005 at 01:37 AM
Babsi, lessi quel post a suo tempo.
Adesso l'ho riletto. Concordo quasi su tutto, anche se - come allora - ho avuto di nuovo dei brividi nel vedere Margherita F e il suo Underbreath tra le "debite ecezioni". A ciascuno i propri gusti e le proprie convinzioni, s'è detto: magari un giorno mi ricrederò pure su questo e allora dai tetti cominceranno a cadere le tegole, però.
Mi spiace d'averti "sfinita" (se è stata colpa mia).
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