Adesso vengo anch’io. Ci uniremo, senza alcun genere di passione, in un individuo raffinato ed essenziale. Uno per tutti e i personaggi si dileguano. La grande orgia che era nei patti non si farà, non adesso. Ma è comunque una messa poco santa, un’occasione durante la quale si scambia un letto per un altare. Io non posso officiare in un tempio, io ho io miei luoghi profani. Io. Fiducia, ragione e azzardo: e le mie paure saranno di tutti. Prendetene e godetene tutti, non sono geloso. Arrivato a questo punto non sono neppure cinico: è per larghezza d’animo che mi concedo, comprese le luride mutande della mia più stretta confidenza, l’intimo, il disdicevole, lo sfacciato. Confuso e magnanimo. Tutto, tutti i miei pezzi, tutti i miei avanzi. Quello che resta di me va interamente in beneficenza, compresi i brandelli di nobiltà interiore, se ve ne sono, e l’immagine del capestro che mi ha accompagnato sin dal primo vagito. Ho detto “mamma”, ne sono sicuro, e già vedevo al mio posto un impiccato. Sono stato un oracolo di dubbio valore, un indice puntato contro le chiacchiere da oratorio, un indice falciato dalla perenne sordità del mondo. Domani si costruisce, domani è il giorno in cui si innalzano i nuovi monumenti, memorabilia! Un altro mio chiodo fisso, la futura decenza. Sono chiodi miei. Ci sono cassetti profondi come pozzi in cui questi chiodi si nascondono per anni, ma li so ritrovare, quando voglio. Sublimi ripostigli per un paio di segrete fissazioni. Quando arrivano la pause il mondo si congela. Adesso, suppongo, dovrei immaginarlo pieno di vita, brulicante d’ogni sorta di essere vivente, dal verme più meschino fino al comunissimo diavolo a due zampe. Dovrei immaginare un mucchietto di cadaveri, perché dove si vive, di quando in quando, si uccide. Ho detto “mamma” guardando fuori dalla finestra. Era grande, il mondo. Era pieno, il mondo. Si sarebbe detto che fosse bello, mentre mi occupavo di succhiare latte, avendo qualche dimestichezza con gli aggettivi e nessuna dimestichezza con gli usurpatori di quella bellezza. C’è mai stata, da qualche parte? Devo pulire tutto e spegnere la luce, incombenza veramente lieve. Pausa.
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